[imagebanner gruppo="pokerstars"] Olivier Busquet, che pure è un veterano nel mondo dei sit&go, gli heads-up hyperturbo non li ha mai seriamente giocati: lo statunitense preferisce infatti i turbo, ma questa scelta presenta un prezzo da pagare non di poco conto.
"Ormai l'azione ad alti livelli si è indubbiamente spostata verso gli hyperturbo, a me capita di dover aspettare anche quattro o cinque ore prima di poter giocare un heads-up turbo - ha raccontato a bluffeurope.com - a volte mi domando se non dovrei dedicarmici anch'io, ma battere i migliori regular è davvero dura".
Talmente difficile che i migliori non si scontrano fra loro, preferendo spartirsi i vari giocatori occasionali che si presentano ai loro tavoli. Malgrado si parli di sit&go dal buy-in di duemila o cinquemila dollari, sono più numerosi di quanti potremmo immaginare: "Si tratta di un formato che riscuote successo, perché è veloce e perché l'edge che si può vantare è ridotta. In questo modo, chi non è un professionista pensa di avere più chance".
Talmente ridotta che, ad uno sguardo esterno, potrebbe sembrare perfino assente. Naturalmente le cose non stanno così: "Richiedono un'attenzione estrema ai dettagli, a massimizzare ogni possibile mano o situazione di gioco. Mani come k 2 o k 4 sono diverse fra loro, così come lo sono k 8 e q 10. Inoltre i migliori giocatori sanno quando puntare metà piatto, il 60% o il 65%".
Per questo raggiungere la vetta in questa disciplina è qualcosa che possono fare in pochissimi, ma una volta lassù i vantaggi sono enormi: "Se si prendono due regular di pari abilità, uno a cui i regular non danno azione e l'altro che viene attaccato da questi ultimi, a fine anno i loro risultati saranno molto diversi - ammette - a quel punto servono skill anche diverse dal saper giocare a poker, come la tua abilità di essere una persona piacevole, capace di farsi amica le persone giuste".
La concorrenza insomma non manca, ed anzi sta aumentando, tanto che per qualcuno come lui che ha deciso comunque di non trasferirsi in maniera permanente lontano dagli Stati Uniti il timore di rimanere indietro è reale: "Ci sono giocatori di cash game high stakes che, non ricevendo azione heads-up, arrotondano con i sit&go, gente come Daniel Cates, Isaac Haxton e Doug Polk. Sono professionisti molto duri da battere, per questo mi assicuro di non rimanere lontano dai tavoli troppo a lungo".
Anche per un mostro sacro come Olivier Busquet insomma la sopravvivenza ai piani alti non è una faccenda scontata, ma questo nel 2014 rischia di essere tutt'altro che uno scoop...