Era solo questione di dettagli, ma alla fine Amaya Gaming ha deciso di annullare l’arrivo di Full Tilt in Italia, secondo fonti interne della compagnia, interpellate da Agimeg.
Rumors che vanno nella stessa direzione delle indiscrezioni raccolte da Assopoker, sullo scetticismo della società sull’operazione. A luglio, in tempi non sospetti, scrivevamo: “Gli ultimi rumors sembrano raffreddare comunque l’ipotesi di un lancio immediato del casinò”. Amaya e Rational Group hanno preso tempo per valutare determinate condizioni?
A scatenare le voci, una dichiarazione il 30 giugno da parte di un portavoce del gruppo dell’Isola di Man ad EGR Magazine che si era sbilanciato sul nuovo FullTilt.it. Quali sono le ragioni che hanno spinto Amaya Gaming a fare questa retromarcia?
Oltre all’andamento del mercato del poker e all’ esigenza di non creare doppioni in un settore dalla liquidità esigua, per Full Tilt la strada si faceva comunque in salita, soprattutto nel segmento dei casinò, essendo un mercato nazionale oramai consolidato che richiedeva massicci investimenti marketing.
Alla fine il brand PokerStars è già molto noto in Italia (ed ha un parco clienti che la rendono la settima room al mondo per traffico nel cash game) ed è probabile che i casinò games siano in futuro ospitati dalla room dalla picca rossa. Al momento, sembra questa la soluzione più logica, a meno che Amaya non reputi il settore già saturo nel nostro paese.
Da tenere presente anche ad un altro aspetto: uno dei core business del gruppo canadese è proprio la fornitura di software per casinò online ed entrare sul mercato con un’offerta massiccia potrebbe anche creare malumori tra i clienti italiani.
Oramai è noto e la storia recente lo insegna: quello tra Full Tilt e l’Italia è un rapporto di odio-amore. Ogni volta che viene annunciato lo sbarco della red room nella penisola, succede di tutto...