Las Vegas, la città nata dal nulla, dove tutto sembra possibile perché non c'era nulla prima di essa. Un mondo messo insieme con monumenti finti, gondole e vulcani che sputano lava finta nel pieno del deserto.
Una città che ha saputo cambiare pelle e mutare, dove i servizi, l'intrattenimento e la ristorazione oramai fanno la differenza nel bilancio delle multinazionali dei casinò.
Le sale da gioco hanno dimostrato che si può guadagnare più dall'intrattenimento e dai servizi (hotel, ristoranti, show, concerti, locali notturni, parchi tematici per famiglie etc) che dai tavoli da gioco.
E' anche la location delle WSOP, le proprietà di Caesars ospiteranno da martedì 27 maggio i campionati del mondo di poker e migliaia di players porteranno ricchezza in città per oltre un mese e mezzo. E' curioso analizzare come tutto sia mutato a SinCity dai primi anni 2000.
In questo Articolo:
- 1 Dalle slot alla vendita dei servizi
- 2 Al Palms la suite più costosa al Mondo
- 3 Casinò Las Vegas: oggi oltre il 75% dei ricavi deriva da servizi extra gambling
- 4 I ristoranti di Vegas riforniti ogni giorno di pesce del Mediterraneo
- 5 Steve Wynn ha trasformato la città delle luci
- 6 Dalla mafia italo-americana alle multinazionali del gambling
- 7 L'esempio dalla vendita delle WSOP di Caesars
- 8 Nei casinò di Las Vegas si consumano più "gamberi" che nel resto del globo
- 9 La differenza tra Las Vegas e i casinò del resto del Mondo
Dalle slot alla vendita dei servizi 2j2cd
In tutti i casinò, nel resto del mondo, i ricavi derivano soprattutto dalle macchinette (non che Las Vegas non sia invasa ma le entrate sono più bilanciate), in particolare nel Vecchio Continente e in Sud America.
A Macao i ricavi sono originati per oltre il 90% dai tavoli high roller di baccarat. In Europa le slot vanno per la maggiore in tutte le sale ma si difendono anche i giochi si (Roulette su tutti) e blackjack. Grazie anche alla regolamentazione in quasi tutti i paesi dell'Unione Europa, nel Vecchio Continente il mercato è condizionato dalla presenza dei casinò online che offrono giochi di ogni tipo.
Las Vegas ha invece preso un indirizzo diverso, investendo molto da decenni nelle strutture e diversificando il business.
Vegas non è una città solo per gamblers ma è una location ambita per milioni di turisti provenienti da tutto il globo ed anche per le famiglie. Un aspetto immaginabile fino a tre decenni fa.
Pensate che tra il 2024 e il 2025 sono stati oltre 7 i milioni di turisti che si sono recati nel cuore del Nevada. Solo nel 2025 i visitatori sono stati 3.39 milioni, gran parte dei quali ha dedicato la propria spesa nei servizi offerti dalle grosse strutture dei casinò.

Al Palms la suite più costosa al Mondo 1g3k16
Il segreto è stato proprio investire nelle strutture. Lo sapevate che l'hotel più costoso al Mondo è proprio a Las Vegas? L'attico da 2.500 metri quadrati del Palms costa solo 100.000 dollari a notte. In cambio troverete 10.000 dollariai vostri tavoli da gioco nel casinò, in più avete a disposizione una pista da bowling interna. Questa è la pazza Las Vegas.
Una volta accadeva il contrario: se giocavi e perdevi in modo regolare, potevi dormire in una bella camera e mangiare anche gratis. Oggi si è tutto capovolto, se paghi la camera lussuosa, la sala ti mette a disposizione un "piccolo" bankroll.
La Strip di Las Vegas è stata per decenni il cuore pulsante del gioco d'azzardo negli Stati Uniti, ma quel cuore ha cambiato ritmo con il tempo. Negli ultimi 30 anni, i profitti dei casinò-hotel hanno gradualmente virato verso fonti che poco hanno a che fare con il gambling.
Casinò Las Vegas: oggi oltre il 75% dei ricavi deriva da servizi extra gambling 6i548
Ricordiamo i giorni d’oro degli anni ’60, i casinò erano l’ombelico della città del peccato e circa il 75% delle entrate derivava dai giochi. Come detto, chi giocava (e perdeva) era gratificato con camere, cene e spettacoli gratuiti, grazie a una speciale carta fedeltà ideata dal Dunes.
Dai recenti bilanci trimestrali, MGM Resorts Las Vegas genera solo il 23,4% dei suoi 2,037 miliardi di dollari dal gioco d'azzardo. Caesars Las Vegas ottiene appena il 27,6% e Wynn Las Vegas il 24,1% dalle operazioni di gioco secondo Casino.org.
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Come detto la situazione si è completamente capovolta: il 75% delle entrate proviene da altre fonti extra gambling (servizi, intrattenimento, ristorazione e hospitality).

Il business delle tre catene più importanti di Las Vegas 6d7127
Dai bilanci trimestrali delle big di SinCity, emergono dei dati chiari che vanno in un'unica direzione: MGM Resorts Las Vegas genera solo il 23,4% dei suoi 2,037 miliardi di dollari dal gioco d'azzardo. Caesars Las Vegas ottiene appena il 27,6% e Wynn Las Vegas il 24,1%. Il gambling quindi rappresenta circa un quarto delle entrate dei casinò della Strip e non solo.
I ristoranti di Vegas riforniti ogni giorno di pesce del Mediterraneo 6b3xo
Quasi tutti i più noti chef mondiali gestiscono un locale nel cuore del deserto del Nevada. Solo il Caesars Palace può vantare locali con le cucine più prestigiose gestite da Gordon Ramsey, l'italiana Giada De Laurentiis, Gui Fieri. Nella struttura troverete anche Nobu del geniale Nobu Matsuhisa. Solo per farvi un esempio, ma al Wynn, Bellagio, MGM e Aria il livello è molto simile.
Gli aerei dei casinò fanno spola dall'Europa al Nevada per assicurare ogni giorno pesce fresco del Mediterraneo (più saporito di quello dell'Oceano), il primo ad aver avuto questa felice intuizione è stato Steve Wynn per i suoi ristoranti.
Steve Wynn ha trasformato la città delle luci 3o6o4w
E' stata una trasformazione profonda partita da lontano con una diversificazione netta dal gambling.
Quando Frank Sinatra fece il suo debutto al Desert Inn nel 1951, con sei dollari si poteva gustare una cena con filetto servito con cottura perfetta e godersi lo spettacolo.
Ma Steve Wynn è stato quello che ha cambiato la città, trasformandola. Wynn è stato un visionario. Negli anni ’70, vide un'opportunità: far diventare Las Vegas più simile a Monte Carlo piuttosto che un semplice ritrovo di divertimenti a buon mercato e così lanciò il Golden Nuggets con i primi servizi di lusso.
Nel 1989, la sua visionaria apertura di The Mirage offrì lusso senza precedenti ai suoi clienti: ristoranti di classe con chef stellati di fama mondiale, immersi in foreste pluviali interne.
Come spiegò Michael Green, professore di storia all’Università del Nevada, “Las Vegas non aveva bisogno di un altro casinò, ma di un’attrazione”.
“Las Vegas non aveva bisogno di un altro casinò, ma di un’attrazione”.
Michael Green, professore di storia all'Università del Nevada, riferendosi al Mirage
L’intrattenimento seguì la tendenza, con chef rinomati come Wolfgang Puck (all'MGM Grand) che aprirono i loro ristoranti, dimostrando che la ristorazione potesse essere un vero business.
Wynn, un anno dopo l’apertura, portò Siegfried & Roy in un teatro da 40 milioni di dollari, cambiando per sempre il paradigma dello spettacolo a pagamento a Vegas. Gli incontri di pugilato più importanti si sono giocati in Nevada. Tyson era di casa nei casinò di Vegas.
Dalla mafia italo-americana alle multinazionali del gambling 55w5z
Con il aggio dai proprietari di casinò milionari della mafia italo-americana (costretta a vendere su pressione del Governo federale) ai fondi d’investimento (molti vicini a Wall Street e importanti finanzieri di origine ebraica), nacque il modello delle “residenze musicali” delle superstar che anche oggi vivono in Nevada (pensiamo a Celine Dion o Britney Spears) e che firmano contatti per centinaia di milioni pluriennali offrendo spettacoli e concerti ambiti in tutto il mondo.
Le multinazionali proprietarie dei casinò hanno portato produzioni di Broadway sulla Strip e il Cirque du Soleil ha fatto la storia della città delle luci.
L'esempio dalla vendita delle WSOP di Caesars 185z14
Sebbene il gioco rimanga importante, oggi Las Vegas è una delle capitali mondiali dell’ intrattenimento e della ristorazione, una metamorfosi che ha seguito l'evoluzione dei sogni di una città che non ha mai smesso di reinventarsi. Lo abbiamo notato anche nell’industria del poker: con la storica vendita delle WSOP nel 2024.
Caesars ha incassato 500 milioni di euro (250 milioni cash) però ha voluto garantirsi (in forza di contratti di affitto delle sue strutture) di ospitare per i prossimi 20 anni la manifestazione mondiale. Per loro, il vero business non è la rake dei tornei, bensì l'ottimizzazione dei ricavi delle strutture già esistenti, ricavi oramai tipici delle loro gestioni ovvero la vendita delle camere degli hotel, gli incassi nei ristoranti (che durante le WSOP sono sempre pieni), i mega affitti delle strutture che ospiteranno gli eventi. Se poi i giocatori di poker faranno anche delle puntate ai tavoli di blackjack o alle slot, ancora meglio per loro. Ma l’obiettivo è ospitare i poker players in città per settimane.
Diversi giocatori e gamblers raggiungono Las Vegas anche con la famiglia, oramai consapevoli che sia per le mogli e i figli ci saranno strutture pronti a ospitargli e garantirgli un'ottima esperienza d'intrattenimento a tutti i livelli.
Chiudiamo con una curiosità sfiziosa per farvi capire la direzione che ha preso SinCity.

La vendita delle World Series of Poker: la condizione 3s6qg
Nella vendita delle WSOP avvenuta nel 2024, Caesars oltre a incassare 500 milioni di dollari ha posto una condizione: i campionati del mondo di poker dovranno disputarsi per i prossimi 20 anni sempre a Las Vegas nelle sue proprietà. Alle grosse catene della città delle luci interessano più le entrate derivanti dalla vendita dei servizi che la rake dei tornei, oltre naturalmente agli incassi dai tavoli da gicoo.
Nei casinò di Las Vegas si consumano più "gamberi" che nel resto del globo 602r6g
Lo sapevate che è nella città circondata dalla sabbia è il luogo dove si consuma la più importante quantità di gamberi al mondo? Per via naturalmente del flusso di oltre 3 milioni di turisti annuale e perché il piatto simbolo di Vegas è proprio il cocktail di gamberi (jn Italia di moda negli anni '80), un vero controsenso (uno dei tanti) per una città nel deserto. Eppure, è proprio qui che il piatto è divenuto celebre.
E dal 2011 nel deserto del Nevada, proprio per l'elevato consumo, è stato creato il primo allevamento ittico bio per i gamberetti. Altro paradosso.

La storia vuole che il famoso cockail sia stato inventato da un barista anonimo di Boston negli anni '40, ma è a Las Vegas, nel celebre Golden Gate, che ha trovato la sua vera fama. Italo Ghelfi, figlio di immigrati italiani, approdò nel panorama gastronomico cittadino portando con sé il gusto del mare dalla Baia di San Francisco. Ghelfi, con un occhio al ato e l'altro al profitto, trasformò il Golden Gate nel tempio del cocktail di gamberi. Era il 1959, e grazie agli avanzamenti della refrigerazione, i gamberi potevano finalmente giungere freschi nel deserto. Così, con una coppa Martini e un mix di ketchup, rafano, succo di limone e pepe nero, nacque un successo da 50 centesimi, capace di trascinare folle di clienti.
Questo piatto, figlio della nostalgia e simbolo di una città che cambia faccia a piacere, continuò a trionfare fino a vendere milioni di porzioni, diventando uno degli antipasti più famosi degli Stati Uniti. Un'icona che, pur avendo un prezzo di circa 12 dollari oggi, resta immutata nel suo fascino, con una ricetta che ha attraversato decenni e oceani. È così che, nel mondo delle finzioni di Las Vegas, un semplice piatto ha conquistato un posto tra le leggende culinarie.
Las Vegas ha sposato quindi un modello che abbraccia milioni di turisti a cui offre non solo gambling ma anche tanto intrattenimento. In Europa invece il modello si basa invece su decine di casino terrestri. In italia, per esempio sono 4 le sale da gioco autorizzate e in più esistono svariati casinò online legali che offrono slot online che sono le più richieste.

La differenza tra Las Vegas e i casinò del resto del Mondo 5c5m3d
A Macao in casinò incassano oltre il 90% dei ricavi dai tavoli di baccarat high roller, in Europa e nelle sale del resto del Mondo i guadagni principali derivano dalle slot machines e, in parte dai giochi si. Come abbiamo visto, a Las Vegas le grosse catene incassano circa il 25% dal gambling, il resto deriva dalla vendita di servizi legati all'intrattenimento.