La Purple Heart è la più antica onorificenza dell'esercito statunitense. Si tratta di una medaglia al valore (viola e a forma di cuore, da qui il nome) che viene attribuita a chi viene "ferito o ucciso in una qualsiasi azione militare contro un nemico degli Stati Uniti". Negli Usa chi vanta una Purple Heart è considerato un eroe a tutti gli effetti, perché si tratta inevitabilmente di una persona che ha subito gravi ferite mentre combatteva per il proprio paese.
Durante la guerra in Vietnam furono consegnate 351.794 Purple Heart. La maggior parte di queste erano un riconoscimento agli sforzi di soldati morti sul campo, mentre una percentuale più piccola era destinata ai feriti. Tra coloro che riuscirono a tornare a casa vivi e con la medaglia viola al collo c'era anche un ragazzo con un nome che più americano non si può: John Smith.
Oggi quel ragazzo ha 70 anni e in questi giorni si trova a Las Vegas per inseguire la sua più grande ione: il poker.
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John Smith: un vero duro alle WSOP 2017 a3r4v
Chi ha seguito l'evento heads-up da $10.000 delle WSOP 2017 avrà sicuramente notato, nel field composto in prevalenza da ragazzini con le cuffie e gli occhiali da sole, un signore con folti capelli bianchi, una postura militaresca e lo sguardo da duro.
Lui è John Smith, un veterano della guerra in Vietnam che ha deciso - per il quarto anno consecutivo - di sfidare i più forti professionisti al mondo in questo evento estremamente difficile.
Lo aveva già fatto nel 2014, quando chiuse in 11° posizione per $26.584. Nel 2015 non è andato a premio, mentre l'anno scorso è riuscito a chiudere in seconda posizione per $198.192. Quest'anno ci ha riprovato e ha ottenuto lo stesso risultato: nuovamente runner-up, stavolta per un premio di $208.154. Nelle ultime quattro edizioni del torneo heads-up da $10.000 delle WSOP ha vinto più di $400.000.
"I miei avversari pensano che, non essendo giovane, non abbia la loro vivacità", ha spiegato a Pokernews.com in riferimento al segreto del suo successo nell'evento di testa a testa. "Ma in realtà, molto semplicemente, non riescono a leggermi. Questo è il motivo per cui vado a segno. L'heads-up è un gioco diverso, devi avere ottime letture per prevalere. Loro devono cercare di leggermi e non ci riescono".
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John Smith, l'unico sopravvissuto della sua compagnia in Vietnam 5243t
Nel corso dell'intervista, John ha anche parlato del suo ato e del motivo per cui ha ottenuto la Purple Heart. Non lo ha fatto a cuor leggero, perché anche se sono ati quasi cinquant'anni, ha un ricordo vivido della giornata tremenda nella quale si conquistò questa onorificenza.
Smith spiega che quel giorno era a bordo di un carrarmato con tutto il suo squadrone. Stavano percorrendo una strada tra le risaie quando il suo mondo "cambiò per sempre".
"Apparentemente i vietcong sapevano che stavamo arrivando. Posizionarono una mina sulla nostra strada e quando esplose fece a pezzi il nostro carrarmato. Nell'esplosione subii la rottura di un timpano e fui perforato da schegge in tutto il corpo".
John, che allora aveva poco più di vent'anni, fu sbalzato dal carrarmato e si ritrovò in mezzo alla risaia gravemente ferito. Nonostante il dolore che provava, comprese fin da subito di essere stato fortunato per il semplice motivo di essere ancora in vita.
"Tutti i miei compagni morirono nell'esplosione. La mia compagnia fu spazzata via, fui l'unico a sopravvivere. Sono un uomo molto fortunato", racconta oggi. Dopo essere stato recuperato fu portato nell'ospedale di campo, dove ò due settimane fermo a letto tra dolori di ogni genere, non solo fisici.
"In realtà stavo male perché tutti i miei compagni erano morti e vedevo soldati senza braccia o gambe sulle brandine intorno a me. Quello che avevo subito io non era davvero niente in confronto a ciò che subivano gli altri".
Il ritorno in patria e il successo da imprenditore 234m4d
John fu rispedito a casa con la Purple Heart al collo. Non aveva ancora compiuto trent'anni, eppure aveva già servito il suo paese per due anni in Vietnam, aveva vissuto un anno in una base militare in Europa ed era sopravvissuto a un'esploseione che aveva ucciso tutti i suoi compagni. Ma sotto un certo punto di vista, la salita iniziava al rientro in patria: come molti veterani, anche lui faticò tremendamente a trovare un lavoro e riadattarsi alla vita di tutti i giorni.
"La mia è una storia di successo per quello che ho fatto dopo essere tornato", dice con orgoglio. "Dopo il Vietnam ho avviato un'attività come costruttore stradale e ho lavorato duramente per lanciare la mia compagnia".
Negli ultimi quarant'anni la sua azienda è cresciuta tantissimo, al punto di renderlo, oggi, un 70enne con una totale libertà finanziaria.
Il John Smith giocatore: meno avversari al tavolo ci sono, meglio è 2l6429
Proprio grazie ai profitti ottenuti nel corso del tempo, John può permettersi di giocare eventi come il $10.000 heads-up delle WSOP. Ma non solo, perché è anche un regular di una folle partita di PLO in California: a La Habra Heights, dove vive, si siede a un tavolo privato con amici e altri imprenditori dove il buy-in minimo è di $3.000 e ogni giorno "c'è chi vince o perde $10.000-$20.000".
Il suo palcoscenico preferito resta però quello delle WSOP: ha centrato il primo ITM nel lontano 1991 e dopo 15 anni di assenza è tornato a giocare in seguito all'esplosione del Texas Hold'em. John Smith vanta vincite lorde per 1.2 milioni di dollari nei tornei live. La soglia del milione è stata superata poche ore fa, quando si è arreso al solo Adrian Mateos nell'evento heads-up e ha incassato $208.154.
Grazie a questo risultato resterà a Las Vegas ancora per qualche settimana. L'obiettivo è giocare il Championship da $10.000 di No-Limit Hold'em 6-max ed eventualmente il Main Event. Dei due, preferisce il primo torneo per un motivo molto semplice:
"Mi piacciono i tornei da $10.000 perché, secondo me, incontri persone che prendono sul serio il gioco. Per lo stesso motivo non gioco gli eventi da $1.000 o $1.500. Il Main Event? Credo di giocarlo, ma preferisco di gran lunga i tornei con meno giocatori al tavolo, 6-max o heads-up. È negli eventi con pochi giocatori al tavolo che brillo".