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Daily Fantasy Sports: l'1.3% dei giocatori ottiene il 91% del profitto 5i6l5u

I Daily Fantasy Sports stanno finalmente arrivando in Europa e, dopo aver spopolato negli States, ci si aspetta numeri importanti ed entusiasmo alle stelle anche nel Vecchio Continente. Il grandissimo interesse che ruota attorno a questi fantasy games ha spinto l'esperto di gaming online Daniel Singer e il noto autore di libri sul poker Ed Miller ad analizzare il mercato dei DFS negli Stati Uniti per ricavare delle cifre sulla reale distribuzione dei montepremi tra professionisti o semi-professionisti e giocatori amatoriali.

I numeri che vengono fuori non sono confortanti, almeno a prima vista: solo l'1.3% dei giocatori riesce a intascare il 91% del profitto totale. Questo dato significa una sola cosa: nel mondo dei Daily Fantasy Sports c'è un'élite di players che riesce a guadagnare cifre mostruose, mentre il rimanente 98.7% del field si deve accontentare di vincere poco oppure di perdere.

Questo 1.3% è responsabile del 40% dello spending totale, una percentuale che a sua volta è suddivisa in questo modo: i migliori 11 giocatori di DFS spendono in media 2 milioni di dollari in buy-in e hanno un guadagno medio di 135.000$ a testa; i restanti componenti di quell'1.3% producono 9.300$ di spending con un profitto medio di 2.400$.

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È quindi chiaro che solo una piccola percentuale del field è in grado di vincere bene con i Daily Fantasy Sports e di questi solo 11 giocatori sono i cosiddetti "sharks", ovvero quelli che intascano centinaia di migliaia di dollari all'anno. Secondo i dati di Singer e Miller, questi 11 top player sarebbero responsabili del 17% di tutto lo spending sui DFS.

L'altra faccia della medaglia riguarda ovviamente i giocatori perdenti, che allo stesso modo vengono suddivisi in due netti sottoinsiemi: l'80% del field spende in media 49$ di buy-in e ne esce perdente per circa la metà, mentre il 5% dei giocatori è costituito da vere e proprie "whale", giocatori in fortissimo ivo. Questo 5% ha numeri molto simili a quelli dell'1.3% di cui si parlava prima, però al contrario: produce il 36% dello spending totale ed è fa segnare il 75% delle perdite generali. Questi giocatori hanno un average buy-in di 3.600$ e un ivo medio per contest di 1.100$.

Il rimanente 13.7% dei giocatori è responsabile del 16% di spending e rappresenta una categoria che sostanzialmente fa breakeven: sono player che vincono o perdono cifre trascurabili.

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Questi numeri potrebbero scoraggiare chi vuole giocare i DFS in Italia, ma è bene precisare una serie di aspetti. Il primo è che i dati raccolti da Singer e Miller si riferiscono soltanto al mercato USA sul baseball, uno sport che per quanto riguarda le scommesse, notoriamente, è profittevole solo per pochissimi giocatori. Si tratta inoltre di uno sport che diventa piuttosto prevedibile se si hanno ottime conoscenze statistiche: come è mostrato nel film Moneyball, la matematica e il baseball vanno decisamente d'accordo.

Non è un caso, infatti, che secondo gli autori di questo studio i migliori 11 giocatori di DFS sul baseball utilizzino una serie di software che gli permette di ottenere un netto vantaggio sul restante field. Come riporta il sito Calvinayre.com, riprendendo proprio le parole di Singer e Miller, questi 11 top player entrano in qualsiasi contest disponibile in lobby con il numero massimo di formazioni, andando a creare una situazione in stile "Matrix Reloaded", nella quale i giocatori amatoriali si trovano soli contro una miriade di Agenti Smith.

Chiaramente questo paragone ricorda molto le recenti polemiche sui software di o nel poker game online e proprio a questo proposito è intervenuto Kim Lundgame consultant svedese che sul suo blog ha scritto un interessante post nel quale mette in guardia il mondo dei DFS dal commettere lo stesso errore del poker: quello di "coltivare la cultura del pro" e far sentire i giocatori amatoriali come semplice carne da macello sul terreno di battaglia degli "sharks".

Una considerazione che dovrebbe essere presa molto seriamente, visto che molti problemi del poker derivano proprio da una pessima gestione nel salvaguardare "l'ecosistema poker". Proprio per questo motivo, il colosso americano FanDuel ha deciso di limitare il numero di entrate per singolo giocatore, al fine di evitare che quel famoso 1.3% diventi sempre più ricco a scapito di chi invece vede i Daily Fantasy Sports come un semplice hobby.

Gianluca Gotto

Gianluca Gotto 1j103i

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