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Che poker vogliamo guardare domani? La lezione di "Poker Night in America" 1x313j

In questi giorni si discute molto del poker che sarà, come gioco e business model. Ma all'interno di questo argomento, ha un peso rilevante anche capire il futuro di questa disciplina intesa come spettacolo da offrire ad un pubblico. Il poker da guardare.

C'è stato un periodo in cui si attrezzavano tavoli finali televisivi per qualsiasi torneo, con spese quasi sempre sproporzionate sia all'effettiva qualità dello spettacolo offerto, sia alle reali potenzialità mediatiche del prodotto. La crisi ha costretto tutti a stringere la cinghia, inducendo una provvidenziale riflessione sul prodotto-poker in termini di "telegenicità" o "televisività", per usare due termini piuttosto brutti ma che rendono l'idea.

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Alcuni si sono limitati a liquidare la questione come effetto della "fine di una moda", ma le cose non stanno davvero così. Lo dimostrano le centinaia di contatti e commenti durante le dirette di EPT e IPT Live, il grandissimo e spontaneo hype intorno a eventi come il tavolo finale del WSOP Main Event, il successo di format come La Casa Degli Assi, le varie dirette streaming di eventi live dal grande richiamo, la viralità di alcuni video ad argomento poker sui social network. La sintesi di tutto questo è: l'interesse per il poker c'è, bisogna solo capire come raccontarlo al meglio oggi.

Tempo fa scrissi un editoriale piuttosto critico nei confronti del Big Game di PokerStars, evidenziando quelli che secondo me sarebbero i punti deboli o i vuoti da colmare. In verità, come accennavo nello stesso articolo, si tratta di un prodotto non semplice da perfezionare: l'intesa fra i due commentatori è sempre migliore, così come la loro capacità di intrattenere il pubblico durante lunghe ore di diretta, che consumandosi in tempo reale non può usufruire dei vantaggi di una post-produzione come accade in altri show.

Quindi, al di là del cambio inquadratura, non possiamo fare altro che guardare cosa combinano i giocatori al tavolo e ascoltare cosa dicono le voci fuori campo. Il linguaggio usato dal duo Borea-Graziano è un intelligente mix tra il pokerese e il poker-for-dummies, ma i giocatori rimangono sempre sullo sfondo, perchè non c'è modo di farne emergere caratteristiche differenti dall'action che fanno al tavolo, e quindi gran parte del loro potenziale comunicativo rimane inutilizzata.

Tuttavia, quello su cui mi interessa focalizzarmi oggi è il target, e capire se e come il mirino sia da aggiustare.

Format come il Big Game sono pressochè ideali (al netto dei difetti già elencati) per un mercato del poker così come lo si è inteso fino ad oggi, fatto di una audience piuttosto ampia ma già definita e senza grosse chance di crescita. Una audience composta da quelli che che il gioco lo stanno imparando e sfruttano qualsiasi occasione per migliorare, quelli che conoscono il gioco ma sperano che osservare giocatori ritenuti fortissimi li aiuti a sviluppare nuove mosse e ampliare i thinking process, e quelli che cercano piuttosto occasioni per criticare giocate altrui e fare flame come se non ci fosse un domani.

Ma per il pubblico di domani, quello post-gamification per intenderci, cosa abbiamo intenzione di proporre? Mi viene in mente uno show lanciato da qualche tempo negli USA, e che a mio avviso "hitta" in maniera quasi perfetta le caratteristiche che dovrebbe avere il "poker da vedere" del prossimo futuro.

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Poker Night In America è un format snello e dinamico, che punta su alcuni semplici e collaudati ingredienti da un lato, e su una marcata discontinuità con quanto si è visto finora dall'altro. Si tratta di un format di cash game 9-handed 25$/50$, che in generale presenta queste caratteristiche:

  • field eterogeneo (pro + amatori e/o vip)
  • durata ridotta (ca 20 minuti)
  • un "tema" per ogni puntata
  • almeno 3 poker celebrities in ogni puntata
  • almeno 1 donna al tavolo
  • commento tecnico quasi inesistente
  • microfoni di tutti i giocatori sempre aperti
  • rari interventi dell'host Chris Hanson
  • brevi interviste ai vip

In questa che vi propongo oggi, ad esempio, il field è composto da due super-stelle del poker (Shaun Deeb, Phil Hellmuth, due pro di rilievo (Greg Mueller, Tom Schneider), una vip (Jennifer Tilly), un'avvocato penalista (Linda Kenney Baden), tre poker pro locali (Jaclynn Moskow, Andrew Hanna e Matt Russell). Sei sono gli uomini e tre le donne, una delle quali è la figura chiave di questa puntata, intitolata appunto "La difesa checka, vostro onore".

Il field eterogeneo di "Poker Night In America"
Il field eterogeneo di "Poker Night In America"

Si tratta di Linda Kenney Baden, avvocato penalista di successo, molto nota negli USA per avere difeso diversi vip (tra cui l'ex cestista NBA Jayson Williams) e con interessi molto vari tra cui il poker high stakes. Nella breve intervista che va in onda tra una mano e l'altra, la Kenney parla delle similitudini tra le dinamiche di un processo in aula e quelle di una partita di poker.

L'atmosfera è molto "friendly", ed è precisa caratteristica del format che ognuno parli di quello che gli pare e anche l'action al tavolo è piuttosto libera. In una puntata, ad esempio, Greg Mueller e Shaun Deeb si mettono d'accordo per mettere insieme i loro soldi e giocare una mano ciascuno, alternandosi sulla sedia...

Molto table talk (che somiglia tanto ai microfoni aperti sui protagonisti di altri reality), dialoghi mai noiosi con frequenti battute, zero spazio ai commenti tecnici con la voce fuori campo che interviene pochissimo. E' un poker che fa del puro intrattenimento senza rinunciare a vedere in azione i propri idoli pokeristici.

Un poker che avrebbe le caratteristiche per funzionare anche da noi? Difficile dirlo, dal momento che in Italia ci portiamo sempre dietro la zavorra della demonizzazione, che in verità il poker ha fatto piuttosto poco per scrollarsi di dosso...

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Domenico Gioffrè

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"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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