E' appena giunta la notizia tanto attesa: la sesta sezione del Consiglio di Stato ha finalmente deliberato sulla famigerata questione che teneva in ansia i circoli di poker di tutta Italia. Il risultato è positivo, anche se bisognerà aspettare ora il secondo tempo di questa ideale partita, ovvero la relazione da parte del Ministero dell'Interno sulla situazione del texas hold'em in Italia. Tale documento, ricordiamolo ancora una volta, era stato sollecitato dal CdS stesso, per potere, a seguito dell'odierno pronunciamento, dar vita ad una disposizione univoca per la pratica del poker sportivo in Italia.
Andando nel dettaglio, ecco alcuni estratti dal documento:
"Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale [...] ha pronunciato la presente ordinanza nella Camera di Consiglio del 21 Ottobre 2008 [...]
Ritenuto che il provvedimento impugnato risulta affetto da difetto di motivazione, specie in considerazione del fatto che l’impegno dell’appellante di limitare la quota di iscrizione ad euro 50,00 (senza alcuna possibilità di poter rientrare nel gioco con altro denaro) rende il torneo oggetto del presente giudizio del tutto analogo ad altri tornei che sono invece stati autorizzati da altre Questure (nota della Questura di Bari del 16 maggio 2007);
Ritenuto, pertanto, che, in assenza di una determinazione di carattere generale da parte del Ministero, tale disparità di trattamento, non sorretta da adeguata motivazione, evidenzia la sussistenza del fumus boni iuris; Ritenuto sussistente anche il periculum, in considerazione dell’imminenza dell’inizio del torneo;
Accoglie l'appello (Ricorso numero: 5637/2008 ) e, per l'effetto, in riforma dell'ordinanza impugnata, accoglie l'istanza cautelare in primo grado.La presente ordinanza sarà eseguita dalla Amministrazione ed è depositata presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti."
Prevedibilmente soddisfatta la reazione a caldo del presidente FIGP Isidoro Alampi: "E' molto importante per noi che il CdS si sia espresso contro la disparità di trattamento che avviene in Italia contro questo gioco, ritenendo che non ci fosse motivo di vietare una quota di iscrizione fissata in 50€ a Campobasso" prosegue Alampi "quando altre questure, come quella di Bari, l'avevano invece autorizzata. Finora su questa questione le questure avevano una discrezionalità assoluta, ora finalmente si inizia a parlare di disparità di trattamento tra un territorio e l'altro, e ci auguriamo che a seguito di questa ordinanza le questure si allineino"