Mentre in Italia si attende l'agognato pronunciamento del Consiglio di Stato sul texas hold'em "live", il mondo del poker online ha ormai lo sguardo fisso su cosa accade in Kentucky. E’ noto che la scorsa settimana una ordinanza del giudice Thomas Wingate (nella foto) aveva dato a 141 aziende di gaming online 30 giorni di tempo per mettere a punto un software adatto ad inibire la registrazione, presso i rispettivi siti, ai cittadini residenti in Kentucky. Le reazioni, come si è detto, sono state molteplici, per lo più di forte opposizione al dispositivo ritenuto – tra le altre cose - un attentato alla libertà di internet.
Il governatore dello stato, il democratico Bershear, additato come il reale “mandante” di tale sentenza, è intervenuto per palesare il suo plauso al provvedimento. “Nessuno aveva mosso un dito contro il gioco illegale su internet fino ad ora. Noi non facciamo altro che proteggere i nostri cittadini, in particolar modo i bambini, dai pericoli di un gioco illegale e non regolamentato. Allo stesso tempo, cerchiamo di proteggere le attività di gaming legalmente presenti in Kentucky."
Infatti siti di proprietà dello stato del mid-east come Twinspires.com continuano ad offrire le loro scommesse ippiche e sportive, e così anche la National Lottery può continuare a fatturare cifre da capogiro.
Ed Leyden, presidente dell’Interactive Media Entertainment and Gaming Association (iMEGA) ed uno dei più stimati avvocati del settore, rivela i pericoli di tale sentenza. Se infatti erà il divieto per i 141 siti, allora si rischia l’effetto domino. Al momento della chiusura, nessun nuovo utente residente in Kentucky potrà avere accesso ai relativi siti per scaricare il software necessario, mentre per chi lo possiede già apparentemente non cambierà nulla.
Ma Leyden (foto a sinistra) va oltre: “non è pensabile che venga vietato l’accesso in Kentucky e permesso nei rimanenti 49 stati. Sarebbe come affermare che, anche se mi venisse tagliata la mano destra, mi rimarrebbe sempre la sinistra: ma in realtà la mano tagliata continuerebbe a sanguinare fino a portarmi alla morte. In altre parole, questa storia rischia di creare un precedente che altre giurisdizioni non tarderebbero ad imitare. Sostanzialmente, se una sentenza del genere a in giudicato, ciò sarà un brutto colpo per i più popolari siti di poker non solo in Kentucky, ma nel mondo intero.
“Il nostro lavoro è dimostrare, in queste settimane che ci separano dall'udienza decisiva (fissata per il 17 novembre, ndr), l’illegittimità del provvedimento, codice alla mano. Faremo qualunque cosa perché le leggi vigenti vengano interpretate nel modo corretto.”
I siti, dal canto loro, stanno cercando strade alternative, acquistando nuovi domini, o pensando ad ogni sorta di alternative per poter proseguire la propria attività. I domini a rischio includono AbsolutePoker.com, BodogLife.com, BugsysClub.com, CakePoker.com, CrazyPoker.com, DoylesRoom.com, FullTiltPoker.com, ItsRealPoker.com, PlayersOnly.com, PokerHost.com, PokerRoyaleOnline.com, PokerStars.com, PokerTime.com, ReeferPoker.com, RiverBelle.com, RoyalVegas.com, TruePoker.com, UltimateBet.com, wsex.com, e MicroGaming.com.
Secondo Jim Waters, direttore della comunicazione del Bluegrass Institute (ONG che si occupa di tematiche sociali e culturali in Kentucky, compreso un osservatorio sulla libertà del mercato) questo provvedimento si qualifica come “un atto di terrorismo Hi-Tec, ne più né meno. La situazione dice in maniera chiara che il giudice in questione è solo il braccio di una strategia ben definita. La motivazione della lotta al gioco d’azzardo è solo uno scudo. Il governo ha fatto di tutto per favorire l’industria del gambling, che però adesso vorrebbe monopolizzare in maniera subdola ed ipocrita."
Ma il rischio grosso è un altro: "estendere i poteri di un governo alla censura di internet. Che tu sia un giocatore di poker o il proprietario di un sito politico che risulta sgradito al governo, questo è un clima da Unione Sovietica. Una cosa che non si può tollerare.”
Quello che sperano i giocatori di tutto il mondo non è solo che questa storia abbia presto un lieto fine. Tutti noi, in fondo, speriamo che il poker non venga più brandito come una delle tante armi nella lotta per il potere, o usato ipocritamente per vuote alchimie politiche.