I pericoli di fenomeni compulsivi sono reali, quando si parla di gioco, e questo è un fatto incontestabile. Accade però ogni tanto che il poker sia spesso associato a giochi basati sull'azzardo puro come lotterie, lotto, grattaevinci - e adesso anche "win for life" - e brandito suo malgrado nelle strumentalizzazioni più disparate.
Se poi anche gli psichiatri iniziano a cavalcare preconcetti demagogici, allora la cosa assume i contorni - un pò grotteschi invero - della persecuzione. E' accaduto che la dottoressa Paola Vinciguerra - psicologa, psicoterapeuta e presidente dell'Eurodap (Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, ndr) - abbia dichiarato, in sede di commento ad un sondaggio effettuato sul portale www.eurodap.it, che "le persone che giocano ai giochi d'azzardo come Poker online, Win for Life o altri, sperando di risolvere i loro problemi economici rincorrendo all'illusione della vincita, rischiano la salute mentale, sviluppando dipendenza e mettendo in atto comportamenti ossessivo-compulsivi".
Come molti di voi sapranno, Win for Life è un nuovo e popolare gioco lanciato da Sisal, che mette in palio una vincita di 4.000€ al mese per 20 anni. Al di là di considerazioni sulle regole e sulla tipologia di gioco che Win for Life rappresenta, ciò che stride pesantemente con la realtà dei fatti è l'associazione - del tutto arbitraria - tra lo stesso Win for Life e il poker online.
Nel sondaggio in questione, solo il 10% degli interpellati considera Win for life "pericoloso e manipolatorio", mentre il resto lo trova un gioco normalissimo o addirittura eccitante. Questo, secondo la Vinciguerra, è dovuto in buona parte anche al fatto che la vincita massima di 4 mila Euro (anche se al mese e per 20 anni) dà la sensazione di essere facilmente raggiungibile. Tutto ciò, sempre secondo la dottoressa, "porterà ben presto alla possibilità di avere un aumento della dipendenza dal gioco d'azzardo su larga scala".
La reazione del mondo del poker a un assioma falso prima che infamante non si è fatta attendere. Marco Trucco, responsabile per l'Italia di Everest Poker, ha risposto per le rime: "Mi chiedo come una studiosa come la dottoressa Vinciguerra possa confondere e mettere sullo stesso piano il Poker con giochi di fortuna come il Win for Life", si chiede Trucco. "Diversi serissimi studi [...] dimostrano come il poker non sia affatto assimilabile ai giochi d’azzardo tradizionali, che si caratterizzano per la ripetitività, la semplicità e l’immediatezza del risultato, elementi che, come ben saprà, sono le condizioni nelle quali si sviluppano le problematiche riguardanti l’ossessività e la compulsività del gioco."
Quali sono allora i paragoni che rendono giustizia e dignità al poker? Anche qui Marco Trucco ha le idee chiare: a parte le affinità con giochi classici come il backgammon e il bridge, il poker "per gli aspetti economici può essere piuttosto assimiliato al trading in borsa, attività certo delicata e potenzialmente rischiosa, ma per la quale nessuno si sogna di dare del “malato mentale” a chi la pratica.
Posso comprendere e persino essere d’accordo sulla sua critica alla promozione di un gioco di fortuna che mette in palio un vitalizio, dato che l’art.1 della nostra Costituzione sancisce che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro e che pertanto questo messaggio possa essere eticamente scorretto" aggiunge Trucco, che inizia a tirare fuori ben altri numeri "ma senza dimenticare che l’incidenza delle patologie da gioco è stimata tra lo 0,6 e lo 0,9 per cento della popolazione e che il National Center for Responsible Gaming americano ha verificato che questa percentuale, a lungo termine, non aumenta – ad esempio – con la presenza di nuovi casinò sul territorio ma è nell’80% dei casi un effetto di altri disordini mentali".
Ciò significa che almeno il 99,4% di chi gioca a poker lo fa per divertirsi o per guadagnare soldi tramite una legittima sfida intellettuale."
Inutile dire che ci riconosciamo al 100% nelle parole dell'amico Marco Trucco. Portali come il nostro, che non perde occasione per invitare ad un gioco responsabile e ad un approccio equilibrato al poker, cercano innanzitutto di portare avanti una cultura.
Non a caso infatti, nelle nostre pagine - e di chiunque abbia a cuore il texas hold'em - la parola poker online è sovente associata al termine "disciplina". Senza quest'ultima, il poker diventa uno dei tanti potenziali modi con cui la gente può scegliere di sfogare le proprie frustrazioni e/o perdere il proprio denaro.
Anzi, noi sappiamo che essere capaci di osservare una disciplina nel poker aiuta anche a sviluppare questa fondamentale dote al di fuori della cornice ludica, nella vita. Quella vera.
Domenico "Stee Catsy" Gioffrè