La corsa alla Casabianca entusiasma sempre di più anche gli apionati di poker. L’ultima puntata della vicenda la lancia il NY Times, con un articolo che accusa sostanzialmente John McCain di essere un gambler accanito, sul filo della patologia. L’attacco rischia di cambiare gli equilibri, pochi giorni dopo il primo confronto tv tra i due leaders. John McCain sarebbe un “gambling addicted”, un soggetto capace di are intere notti giocando migliaia di dollari al casinò. La disciplina preferita del candidato repubblicano sarebbero i dadi, e sembra che anni fa il leader conservatore sbancò a dadi un casinò del Connecticut…
I fatti pesanti menzionati dal NYtimes sono però altri. Da sempre, McCain è favorevole al gioco d’azzardo, e da politico i suoi atti in proposito sono diversi. Alla fine degli anni ‘80 favorì la creazione dei casinò nelle riserve indiane, in qualità di membro della Commissione affari indiani del Senato. Quindi diverse volte si è prodigato negli anni per rendere più flessibili le leggi sul gambling e per parare gli attacchi ai detrattori del gioco d’azzardo. Nel suo entourage, inoltre, ci sono diversi elementi provenienti da Las Vegas, e legati a vario titolo con il business dell’azzardo, e così dicasi anche per le sue frequentazioni e i suoi sostenitori, tra i quali ad esempio si annovera il magnate Ted Turner, proprietario di media e di diversi casinò. E proprio un dirigente di casinò, Sig Rogich, ha organizzato nei mesi scorsi una riunione per raccogliere fondi a favore della disastrata campagna elettorale di McCain, raccogliendo ben 2 milioni di $.
Questo attacco del NYtimes scatena una serie di reazioni, su più livelli. L’obiettivo è ovviamente quello di ledere pesantemente l’immagine del candidato conservatore, evidenziando le contraddizioni tra le inclinazioni e frequentazioni di McCain e le sue dichiarazioni contro Wall Street durante gli ultimi terremoti finanziari, accusati del leader di “giocare d’azzardo” ed essere vittime della “cultura da casinò”....
Non solo, si parla anche dei vantaggi che lo staff di McCain avrebbe tratto dal business dei casinò pellerossa e di tutto quanto possa contribuire a presentare il leader repubblicano come moralmente riprovevole, elemento questo sempre molto sensibile nell’opinione pubblica statunitense.
Ma la questione si sposta anche su un altro livello, quello che ci riguarda più direttamente: finora gli apionati di poker avevano sostenuto Obama, e i giocatori professionisti – più o meno apertamente – si sono schierati in gran parte col leader democratico. Barack infatti si è detto apertamente favorevole alla legalizzazione del poker online, allargando il suo appeal dunque anche agli apionati di poker, non solo americani.
E ora?come ci si muoverà?Chi dei due farebbe davvero bene per il poker online?Con chi è meglio schierarsi?Novembre si avvicina, e i colpi di scena – siatene certi – sono appena iniziati.