Le recenti dichiarazioni di Patrik Antonius sulla sua ferma volontà di non giocare più il PLO e il NLH online a causa dei software di o ha scatenato una discussione infinita, che ha coinvolto anche molti professionisti affermati. Tra questi anche Jason Mo, che ha partecipato al podcast di Joe Ingram e oltre a parlare dello spiacevole episodio avvenuto durante il Main Event dell'EPT di Barcellona, ha anche detto di essere completamente d'accordo con Antonius circa la situazione degli High Stakes Online.
"Ci sono un sacco di software e sono convinto che tutto questo riguardi solo il PLO, non ne hai bisogno nel NLH", spiega Mo durante il podcast. "Immagino che un buon numero dei reg degli High Stakes abbia programmi GTO in tempo reale... In realtà ne conosco diversi ma non farò il loro nome. Sono più di un paio".
Joe Ingram, che oltre a fare i podcast su Youtube è anche uno stimato giocatore di PLO, rimane sconcertato da questa rivelazione e chiede a Jason se davvero stesse parlando di programmi in tempo reale che suggeriscono all'utente la mossa migliore da fare. La conferma di Mo è secca: "Sì, ti dicono cosa fare con i range".

In questo caso, quindi, non si tratta di software come Hold'em Manager o Poker Tracker, che non fanno altro che fornire una serie di statistiche e numeri al giocatore. Qua si parla di un tool basato sulla GTO (Game Theory Optimal), ovvero la miglior strategia possibile secondo la teoria dei giochi. In altre parole, quella che rende il nostro gioco perfettamente bilanciato.
È facile intuire che lo studio della GTO non sia per nulla facile e che solo i migliori al mondo riescono a sfruttarla in maniera vincente. Tuttavia, quando ci sono di mezzo dei programmi che suggeriscono la mossa giusta, è palese che il vantaggio sull'avversario diventa enorme e anche scorretto: i regolamenti di tutte le poker room al mondo specificano che la decisione finale dev'essere sempre lasciata al giocatore, il quale può consultare delle statistiche fornite dai software ma non può farsi dire qual è la scelta ottimale in un determinato contesto.
In ato anche Daniel "Jungleman12" Cates aveva fatto intendere che agli High Stakes di PLO ci fossero diversi giocatori "aiutati" da software real time GTO. Le sue erano semplici sensazioni ma tra i tanti reg indicò il team pro Isaac Haxton tra i sospettati, in quanto, secondo lui, poteva contare su "alcune risorse molto più potenti di un database", come disse in un podcast del solito Joe Ingram.
Dopo lo scandalo dei bot ai midstakes di PLO, le accuse di Patrik Antonius e le dichiarazioni di Jason Mo che vi abbiamo appena riportato, il tema dell'integrità del poker online diventa sempre più attuale, specialmente per quanto riguarda i tavoli nosebleed. D'altronde quando si parla di "real time GTO software" non ci si riferisce più a quei programmi di analisi come Hold'em Manager: in questo caso si tratta di veri e propri bot che, segnalandoci la mossa ottimale, sostanzialmente prendono le decisioni al posto nostro.