[imagebanner gruppo="pokerstars"] Daniel Negreanu, come ricorderete, ha recentemente difeso a spada tratta gli Spin&Go lanciati da PokerStars, spiegando perché a suo avviso una poker room debba sempre concentrarsi sulle esigenze dei giocatori occasionali e non dei professionisti.
Per sottolineare una volta di più cosa intenda dire, il canadese dalle pagine del proprio blog va a ripescare un aneddoto che risale agli esordi della sua carriera, quando giocava in un circolo privato di Vancouver chiamato Check N' Raise: "Si trattava di un posto accogliente, dove non si fumava, il cibo era buono e gratis, e non si pagava neppure la rake, i giocatori erano semplicemente incoraggiati a lasciare delle mance, e nessuno se ne approfittava".
Fra gli avventori del Check N' Raise c'era anche tale Moshe, descritto da Negreanu senza troppi mezzi termini come un giocatore terribile: "Penso non abbia praticamente mai vinto, non era il tipo a cui pie foldare, perse per alcuni mesi e tutti ne approfittarono. Poi però decise di aprire il suo club, ed invitò a partecipare giocatori che non erano migliori di lui".
Si trattava di un locale piuttosto terribile, almeno secondo la descrizione di Daniel, ma aveva giocatori perdenti, e così non ci volle molto prima che i professionisti abbandonassero il Check N' Raise in favore di quest'ultimo: "Si trattava di un posto piccolo, coi tavoli sporchi e fumoso - ricorda il pro di PokerStars - tutti avrebbero preferito giocare al Check N' Raise, ma finché Moshe ed i suoi amici si trovavano in quella partita è lì che i pro si sarebbero dati appuntamento".
Ed è proprio questo il punto a cui Daniel vuole arrivare: "I giocatori di poker vincenti metteranno sempre il profitto davanti alle comodità - prosegue - se la partita fosse buona abbastanza, giocherebbero anche nei bagni pubblici di una stazione ferroviaria. Magari lamentandosene, ma lo farebbero". Un'immagine certo non ortodossa, ma che indubbiamente rende l'idea.
"Perché credete che così tanti professional poker player se ne vadano a Macao - insiste - per il panorama o per l'accoglienza? E nel caso uno di quei giocatori occasionali che frequentano quelle partite dicano che se mi siedo io loro non giocano, voi come organizzatore della partita cosa dovreste fare, se non dirmi che io non posso giocare per questa ragione?".
La sua conclusione ricalca quindi quanto già detto in precedenza: "Se sei un giocatore professionista devi capire che non sei tu il focus principale attorno a cui ruota tutto, ma dovresti invece essere grato che esista una partita profittevole dove sia tu che il giocatore occasionale potete giocare assieme, e che ti consente di guadagnarti da vivere". Una posizione forte che molti condividono ed altri no, come ad esempio (e lo vedremo tra non molto) Olivier Busquet.