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"Gus Hansen? Gli high stakes non fanno per lui" 5y305e

[imagebanner gruppo=pokerstars] Dusty Schmidt fa certamente parte di quella che nel mondo del poker si può definire "la vecchia guardia", eppure lo statunitense è ancora un giocatore, sebbene i fasti di un tempo siano ormai distanti.

"Leatherass" gioca infatti ancora a poker online da Portland, ed in particolare il NL400 su Winning Poker Network, una delle poche opzioni disponibili ad oggi per chi si trovi negli Stati Uniti. Certo, qualche anno fa era tutta un'altra cosa: "Quando ho scoperto il poker, sono stato da subito determinato nel farla diventare la mia carriera - ha scritto su pokerstrategy.com - volevo evitare di vivere come un impiegato con tutto me stesso, tanto è vero che anche tornando indietro credo farei praticamente le stesse scelte". Compresa quella di non giocare a cash game high stakes.

"A cavallo fra il 2007 ed il 2008 guadagnavo più di un milione di dollari l'anno - rammenta - sarebbe stato facile per me entrare a far parte del club dei nosebleed, ma ho scelto la strada del grinder e non me ne sono mai pentito. I giocatori di cash game high stakes non li capirò mai, sono di un'altra pasta, sembra che ad alcuni possa girare tutto bene anche per qualche anno e che comunque possano finire rotti".

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Ecco quindi perché, quando gli domandano in maniera specifica di Gus Hansen, la sua risposta non potrebbe essere più chiara: "Credo che dovrebbe dedicarsi ad altro, per quanto possa essere dura are dalla vita del giocatore high roller di Las Vegas a quella della persona che si guadagna da vivere come tutti gli altri, avrebbe bisogno di farlo. E' evidente che non riesca a gestire il mondo degli high stakes".

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Ribadendo che ripercorrebbe la sua carriera, malgrado le difficoltà che la vita del giocatore comunque comporti, Schmidt si sofferma anche su un argomento molto dibattuto ultimamente, quello dei software di poker: "Penso che nessuno di questi faccia bene al gioco - afferma - qualsiasi cosa che faccia sentire i giocatori occasionali attori di una partita iniqua ha conseguenze terribili. Noi gli chiediamo non soltanto di depositare e perdere, ma anche di combatterci con un coltello da cucina, quando noi abbiamo dei bazooka".

Il fatto che si tratti di software disponibili per chiunque, a suo avviso, non risolve il problema: "Credete davvero che un professionista che guadagni 250.000 dollari l'anno e giochi un'ora in pausa pranzo o dopo che i figli sono andati a letto abbia voglia di imparare ad usarlo? Vuole solo divertirsi per un po' in una partita che percepisce come onesta, e perciò è importante che gli venga offerta quell'esperienza".

Piero 'Pierelfo' Pelosi

Piero 'Pierelfo' Pelosi 1h3s13

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