Un circolo di poker in una delle zone più eleganti di Palermo finisce (di nuovo) nell'occhio del ciclone.
Brutta disavventura quella capitata a circa 60 giocatori lo scorso 20 marzo quando la Guardia di Finanza ha fatto irruzione in un locale del centro, il Double Up, interrompendo un torneo di Texas Hold'em.
Circolo posto sotto sequestro, denuncia per tutti in violazione della legge italiana che regolamenta il gioco d'azzardo.
Inutile il tentativo da parte degli organizzatori che hanno sostenuto invece come tutto fosse lecito, per quell'evento "promosso da un'associazione sportiva per la diffusione e lo sviluppo del poker Texas Hold'em", considerando le sentenze della Corte di Cassazione che consentono i tornei freezeout di poker live anche nei circoli.
Circolo di Palermo, l'inchiesta 1c3k72
La Procura di Palermo, intanto, ha aperto un’indagine di ampio respiro, ipotizzando il reato previsto dall’articolo 720 del codice penale: partecipazione a giochi d’azzardo.
L'inchiesta potrebbe presto allargarsi, coinvolgendo altri eventi simili e facendo luce su una realtà, quella dei circoli di poker sportivo, che si muove da anni in un’area grigia della legge, ma che è stata interpretata dalla Corte di Cassazione come lecita entro determinati limiti (di buy-in e struttura del torneo).
Intanto il caso ha già scosso gli ambienti cittadini, vista la lunga lista di insospettabili coinvolti: medici, commercialisti, imprenditori e impiegati. Insomma, la "Palermo bene".
Tutta gente finita sotto i riflettori della cronaca giudiziaria. Nessuno però, stando a quanto riferito, immaginava di partecipare a qualcosa di illegale.

Stesso locale, stessi problemi 2y2g1c
Già in ato nel lontano 2011, lo stesso Double Up fu al centro di un vero caso giudiziario. A seguito di un sequestro il circolo avviò un iter che lo portò in Corte di Cassazione, con una sentenza favorevole.
Tutto iniziò nel 2010 quando la Guardia di Finanza aveva compiuto un blitz all’interno del circolo di Palermo mentre era in corso un torneo dal buy-in di 30 euro: fu sequestrato il locale e 42 persone furono segnalate alle autorità.
Il legale rappresentante del Double Up aveva specificato: "Fermo restando che il circolo è regolarmente affiliato al Coni, e che nello Statuto fa riferimento al "Texas Hold'em", la legge stabilisce che il gioco d'azzardo esiste laddove il fattore fortuna è predominante o esclusivo. In questa disciplina invece il risultato dipende più dall'abilità che dalla fortuna, quindi non dal fattore aleatorio. Inoltre, in questi tornei paghi una quota di iscrizione e non sborsi più un centesimo”.
Poi il dissequestro e la pronuncia della Cassazione che respinse il ricorso del Gip.
Il vuoto normativo t5t63
Il caso del circolo di Palermo riporta a galla il nodo centrale, che è l’interpretazione della normativa.
Il poker live, infatti, in Italia non è autorizzato al di fuori dei casinò. Una circolare del 2009, firmata dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, aveva aperto alla possibilità di tornei regolati, ma il quadro normativo è rimasto incerto.
La giurisprudenza ha in parte colmato il vuoto, distinguendo tra tornei a quota fissa, considerati leciti se rispettano determinati criteri, e il “cash game”, ovvero le partite a soldi veri, vietate al di fuori dei contesti autorizzati.
Vi riproponiamo qua una nostra recente intervista all'avvocato Nicola Pezzullo, che si diceva possibilista indicando anche le possibili strade perseguibili dai proprietari dei club.
Quello del circolo Double Up di Palermo, comunque, è l'ennesimo dejà-vu. ano gli anni ma una legittima e attesa regolamentazione dei circoli di poker ancora stenta a essere presa in considerazione.