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Phil Ivey arriva alle WSOP: il re è tornato 4ss6r

Alla fine, Phil Ivey ha deciso di presentarsi alle World Series Of Poker di Las Vegas, seppure in netto ritardo: lo statunitense ha preso parte al One Drop ed è stato anche avvistato ai tavoli di cash game high stakes dell'Aria Casino, e chissà che al pari di altri nomi di spicco non decida di accomodarsi anche al tavolo del Super High Roller di Poker Central, una partita di cash game con buy-in minimo da 250.000 dollari e nessun tetto massimo.

Quest'ultima è cominciata la scorsa notte e proseguirà fino al primo luglio, con otto posti a disposizione e diversi professionisti ad alternarsi al tavolo: è possibile anche seguire la diretta streaming su Twitch cercando semplicemente Poker Central, ma le hole cards dei giocatori non dovrebbero essere mostrate malgrado una differita di mezz'ora. Di certo, uno di quegli appuntamenti che sembrano cuciti apposta sulla pelle di Phil Ivey.

Con tutta probabilità aveva ragione Norman Chad, storico commentatore proprio delle World Series, quando non più tardi di qualche settimana fa sosteneva come le WSOP in sua assenza non fossero davvero la stessa cosa. In fondo, basti pensare che negli ultimi anni l'unica volta che Ivey non si è recato a Las Vegas durante questo periodo è stato all'indomani del Black Friday, quando scelse di evitare la luce dei riflettori volendo con questo mostrare rispetto per tutti coloro che si erano ritrovati con grosse somme di denaro inaccessibili dal giorno alla notte.

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In quell'occasione certo avrà pesato anche il fatto di essere forse l'uomo più in vista dell'allora Full Tilt Poker, lui che con tutta probabilità a livello manageriale aveva ben poca voce in capitolo. Quattro anni più tardi e pare ato un secolo, forse qualcosa in più di una semplice impressione, se si pensa che oggi Macao sembra attrarre professionisti del suo calibro più della Strip, come dimostra il fatto che Tom Dwan dovrebbe trovarsi ancora da quelle parti.

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Intervistato da PokerNews.com una volta arrivato a Sin City, Ivey ha ammesso che una delle ragioni principali che ultimamente lo avevano spinto a giocare così tanti tornei alle WSOP erano le grosse scommesse in ballo, che quest'anno non ha potuto o voluto raccogliere. Di conseguenza, le sue motivazioni per la maggior parte dei tornei in programma al Rio è fatalmente venuta meno: "Mi piacerebbe raggiungere il numero di braccialetti che ha saputo vincere Phil Hellmuth - ha concesso - ma se c'è una grossa partita di cash game all'Aria o al Bellagio preferirò sempre quest'ultima rispetto ad un piccolo torneo".

Per sua fortuna e per quella degli apionati, tuttavia, tra non molto potrà giocare il torneo da 500.000 dollari di buy-in, una cifra che perfino uno come lui considera grande abbastanza da valer la pena di essere rincorsa anche senza nessuna scommessa in ballo.

Piero 'Pierelfo' Pelosi

Piero 'Pierelfo' Pelosi 1h3s13

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