Definire “uomo nuovo del poker italiano” uno che gioca da una vita sembra una forzatura, ma racconta una parte di verità. Sì, perché Sergio Benso, con le due picche conquistate in altrettante tappe EPT e sempre in tornei di H.O.R.S.E., è diventato noto al grande pubblico soltanto adesso. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente, per farvelo conoscere meglio.
In questo Articolo:
- 1 Sergio Benso, il rounder per definizione
- 2 Dal Reggae all'Aviation di Parigi
- 3 Gli anni nei club si e l'incidente al Clichy...
- 4 Sergio Benso, da Parigi ad Amsterdam ando per Ibiza
- 5 Il poker tra empatia e telefonini
- 6 Sergio e Las Vegas, il paradiso delle varianti
- 7 Il gioco del cuore? Il Double Board PLO Bomb Pot
- 8 I più forti variantisti al mondo, secondo Sergio Benso
- 9 L'H.O.R.S.E. e le picche EPT
- 10 Domanda obbligatoria: gloria o soldi?
- 11 Il PLO Hi/Lo e la promessa di Sergio Benso
Sergio Benso, il rounder per definizione s1g64
La voce è di quelle che ti trasmettono entusiasmo, e certo non solo per la picca appena vinta. L’entusiasmo della voce di Sergio Benso è di quelli che trasudano curiosità, del mondo, delle persone e delle esperienze. Così, lascio a lui stesso l’onere della presentazione.
Dal Reggae all'Aviation di Parigi 1b6d1j
“Vengo da Genova, ho 47 anni, ho fatto studi classici e poi mi sono laureato in Economia e Commercio. Fin da giovane ho sempre avuto la musica come compagna. Prima da dj, poi con un bar reggae che aprii per qualche anno, sempre nella mia città."
Anche il poker, però, si può considerare una sorta di compagno di vita. “Lo gioco fin dalla notte dei tempi in tutte le modalità che si ricordano, dal poker a 32-36 carte alla telesina, e così via. Poi, un giorno, durante il mio Erasmus a Parigi, scoprii l’Aviation.”
Il racconto di Sergio si fa interessante e romantico, perché dello storico club parigino sarebbe divenuto un regular, ma solo qualche anno dopo.
“Come dicevo, per anni ho avuto un bar reggae a Genova, ma a un certo punto lo chiusi perché mi stava dando problemi. Eravamo a metà 2008, anno che avevo iniziato vincendo un pacchetto per la PCA su Partypoker. Così, chiuso il bar, prendo i bagagli e torno a Parigi, stavolta per giocare a poker.”
Gli anni nei club si e l'incidente al Clichy... 44252e
Sergio diventa regular dell’Aviation ma non solo. La Parigi di fine anni 2000-inizio anni ’10 era un sottobosco pullulante di poker e di vita, il posto in cui Sergio Benso inizia ad approfondire le varianti. “C’era un club, l’Haussman, in cui si giocavano tavoli 2/2 e 2/4 di Mixed Games. Un paradiso, praticamente. “
A Parigi, Benso frequenta tanti posti e conosce tanti giocatori, nella nicchia delle varianti e non solo. "C'era Bruno Fitoussi, ma anche Alexandre Reard e Julien Sitbon che oggi sono top player ma già allora erano fortissimi".
Non parlategli, però, del Clichy Montmartre… “L’unico club da cui sono ancora oggi bannato, per un episodio spiacevole. Durante un tavolo cash ero un po’ brillo, e per errore mi misi a giocare anche con le fiches di un vicino. Con lui chiarii subito, scusandomi e dandogli anche qualcosa di più per il disturbo, ma il buttafuori aveva un atteggiamento aggressivo nei miei confronti, così gli tirai una carta in faccia. Una cosa pazzesca, non ho mai avuto altri episodi del genere in vita mia e ho provato svariate volte a farmi “sbannare” anche dalla nuova proprietà, ma non c’è stato nulla da fare.”
Sergio Benso, da Parigi ad Amsterdam ando per Ibiza 4a431r
A Parigi, Sergio trascorre qualche anno, prima che venisse imposta la chiusura a tutti i club. “Nel frattempo, a Ibiza avevo conosciuto colei che poi è diventata mia moglie. Lei è olandese di Amsterdam, ed è lì che ho poi deciso di trasferirmi, continuando a giocare a poker, rigorosamente live perché online non mi diverto più, e per me divertirmi è essenziale.”
Da allora, Sergio Benso diventa a tutti gli effetti un classico “rounder” come si diceva una volta, girando il mondo per giocare a poker ma non solo. La dimensione del viaggio è qualcosa che arricchisce comunque chi la vive, indipendentemente da come vadano le cose al tavolo. “Mi piace conoscere le persone, dietro ai giocatori. Sono uno che al tavolo parla tanto, un po’ per strategia ma soprattutto per indole.”

Il poker tra empatia e telefonini 34h1
L’empatia e l’intelligenza emotiva, del resto, possono essere anche delle armi da utilizzare al tavolo da poker, e questa non è una novità. Sicuramente fanno parte del corredo pokeristico e umano di Sergio Benso, che il mondo del poker non potrebbe viverlo diversamente.
Viene da chiedersi come egli viva il dibattito che si è venuto a creare, su cuffie e telefoni al tavolo. "Io sono abbastanza tollerante, come detto sono uno che parla tanto ma non sempre. A volte anche io uso le cuffie, come nell'heads up contro Georgina nell'evento H.O.R.S.E. di ieri. Lei aveva la sua crew e io ho messo gli auricolari con un po' di musica in sottofondo per rimanere concentrato, ma al volume giusto per rimanere connesso con il tavolo".
Sergio e Las Vegas, il paradiso delle varianti 4i4g4y
E Las Vegas? Non potevamo certo lasciare fuori Sin City dalla nostra chiacchierata con Sergio, anche perché è lì che il suo nome aveva iniziato a circolare, nei payout dei vari eventi WSOP. “Il rapporto che ho con Vegas è bellissimo, ci vado principalmente per giocare cash ed è lì che mi levo le maggiori soddisfazioni, anche perché si praticano regolarmente giochi che adoro e che invece, in Europa, è raro o impossibile trovare: Big O e Double Board Bomb Pot.”
Il gioco del cuore? Il Double Board PLO Bomb Pot 6e6w3k
Il Big O è il cosiddetto Omaha a 5 carte, mentre il Double Board Bomb Pot è in assoluto il gioco che diverte di più Sergio. Ce lo facciamo spiegare. “Si gioca con 4 o 5 carte, ognuno mette un ante e in ogni mano si gioca su due flop. Alcuni lo ritengono gambling puro, ma per me è un gioco stupendo con delle dinamiche sue peculiari. Ad esempio, se sei nuts su uno dei due board cerchi di fare di tutto per fare andare via un avversario che pensi sia forte ma non fortissimo sull’altro board, in modo da massimizzare le chance di fare “scoop”, ovvero di portare via tutto il piatto e non dividerlo come avviene quando due giocatori diversi hanno il punto migliore su ciascun board.”
Quindi, è corretto dire che la ragione principale per cui vai a Las Vegas è la presenza dei tavoli cash di Double Board PLO Bomb Pot?
“Verissimo, ci sono tavoli bellissimi. Prima ci giocavo al Rio, ora all’Horseshoe.”
Peraltro, il Bomb Pot farà ufficialmente il suo esordio all'EPT proprio in questa tappa. "Sabato c'è il torneo e lo aspetto con ansia", ammette Sergio, anche se non si tratta di Double Board e dunque le dinamiche dovrebbero cambiare un bel po'.
I più forti variantisti al mondo, secondo Sergio Benso 4c4058
Las Vegas, però, è anche WSOP, che Sergio gioca ogni anno e in cui si giocano tornei su tutte le varianti possibili. Ma quali sono i giocatori più forti, tra gli all-around?
“Il primo nome che mi viene è quello di Benny (Glaser, ndr), inarrivabile. Per l'Omaha abbiamo Dario Alioto che ha pochi rivali. E poi, secondo me, me sono fortissimi anche Joseph Couden e Bryce Yockey, vero maestro dei mixed limit e in particolare di H.O.R.S.E.”
L'H.O.R.S.E. e le picche EPT 675g1b
Blocco Sergio perché non si può sorvolare su questa sua bellissima impresa, di vincere due picche EPT di H.O.R.S.E. in due tappe consecutive, a Barcellona e a Cipro. Gli chiedo, appunto, quali sono le differenze tra il field di varianti e giochi limit che si affronta a Las Vegas, e quello degli eventi europei.
“A Las Vegas in tanti sanno cosa fanno, ma anche a Barcellona avevo trovato un discreto field. A Cipro, invece, c’erano alcuni giocatori al loro primo torneo di varianti nella vita. Uno di questi, simpaticissimo, era un libanese di nome Antoine, che ha pure chiuso al 5° posto!”
Ma nei giochi mixed come l’H.O.R.S.E. è facile individuare in quale specialità un giocatore è più forte e in quale magari stenta?
“Sì, coi giocatori meno esperti è abbastanza facile”.
Domanda obbligatoria: gloria o soldi? 1d2z61
“Io gioco per i soldi e, con rispetto, mi viene da ridere quando sento che la gente non gioca per quelli. Magari è perché ne hanno già a sufficienza e in quel caso ok, ma io sono felice quando vinco soldi.”
Il PLO Hi/Lo e la promessa di Sergio Benso n225a
Chiudo la nostra chiacchierata perché Sergio aveva un evento in partenza, il Pot Limit Omaha Hi/Lo. Un torneo che il genovese attendeva con ansia, e non solo perché è una delle sue specialità preferite. “A Barcellona, nello stesso torneo, ero strachipleader 12 left, ma buttai tutto via in tre mani, perché a volte l’ego fa brutti scherzi. Così ho una grande voglia di rifarmi”.
Per la cronaca, Sergio ha chiuso il torneo al secondo posto, dietro al solo Barny Boatman. Promessa quasi mantenuta, diciamo.