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Faraz Jaka ed un herofold pieno di dubbi 161a4b

pokerstars_500_freeroll114Se foldare una bella mano è sempre complicato, provate ad immaginare quanto possa esserlo per uno come Faraz Jaka, che per natura non erebbe una bottom pair neppure di fronte ad una pistola: eppure a volte è necessario, o almeno è quello che ha fatto in questa occasione.

Ci troviamo iscritti in un torneo del World Championship Of Online Poker da 320 dollari di buy-in: siamo in bolla piena visto che mancano appena due posizioni ai premi, ed il nostro stack all'inizio della mano è di 106.126 fiches su bui 700/1400. Ci troviamo sul bottone con in mano a k in un tavolo five-handed, e dopo che tutti hanno foldato decidiamo di aprire a 3.430.

Se lo small blind folda, il giocatore sul grande buio - che alle spalle ha uno stack di circa 70.000 fiches, ovvero cinquanta big blind - chiama. Quest'ultimo è un regular con cui abbiamo dell'history, e sappiamo che è un regular capace di aggredire ed anche speware, non particolarmente intimorito anche quando si tratta di fare dei grossi bluff.

Il flop è 8 7 2 , ed il nostro avversario check/calla la nostra continuation bet da 4.120, circa metà piatto. Al turn il copione si ripete, quando sul board compare il a : in questo caso la second barrel di Jaka è di 8.820 fiches su piatto di 16.800, ma ancora una volta il grande buio "mette". L'ultima carta è quindi il k , che ci consegna la two pair ma chiude anche il flushdraw.

E' qui che il nostro avversario va all-in per 55.618 fiches effettive su piatto di 34.440, una overbet pesante che confonde lo statunitense e lo spinge a foldare la propria mano, sebbene fra mille dubbi.

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"Da parte sua si tratta di una giocata anomala, che chiaramente va a far leva sui vari livelli di pensiero - premette Faraz - lui sa che in ato l'ho pescato a fare giocate simili in bluff, così come sa che sono capace di alcuni herocall. Sul momento ho pensato che fosse più probabile che avesse chiuso un flush runner runner piuttosto che stesse bluffando, ma ad essere onesto non sono ancora convinto di quale sia la scelta migliore".

Jaka spiega che puntare al turn dal suo punto di vista sia un'ottima idea, perché è una carta sulla quale potrebbe continuare a bluffare quando non ha niente: "Lui questo lo sa bene, quindi mi aspetto che al turn possa chiamare con diverse mani che in realtà sono peggiori della mia. Inoltre è il tipo di avversario che reagisce se pensa che qualcuno stia provando ad abusare di lui al tavolo, perciò al turn la mia scelta mi sembra semplice".

Il suo avversario ha quindi cercato di spingerlo all'herocall stimando correttamente il suo range, oppure ha pensato che un suo all-in al river in overbet sarebbe stato così forte da rendere molto difficile un eventuale call? E' evidente che Jaka propenda per la prima ipotesi, ma quando si ha a che fare con avversari preparati ed aggressivi la realtà è che in situazioni analoghe non si può mai sapere...

Piero 'Pierelfo' Pelosi

Piero 'Pierelfo' Pelosi 1h3s13

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