[imagebanner gruppo=pokerstars] Jason Mercier in questi anni di belle giocate ne ha fatte vedere parecchie, ma questo non significa che perfino lui a volte non commetta degli errori anche gravi: uno di questi fu particolarmente spettacolare ed al tempo stesso doloroso per lui, visto che lo statunitense decise di mettere in pratica un bluff molto audace che si rivelò una pessima idea.
Il pro di PokerStars si trovava all'EPT di Vilamoura, nel 2009, ed aveva uno stack davvero importante, pari a 166.000 fiches su bui 1.000/2.000. Da middle position Jason aveva in mano nient'altro che QJ offsuited, quando decise di aprire il gioco a 4.800. Per tutta risposta il se Antony Lellouche decise di 3-bettare ad 11.600 dal grande buio, ed è qui che la faccenda cominciò a farsi interessante.
Quando infatti la parola tornò a Jason Mercier, decise di 4-bettare a 27.000, e di fronte alla 5-bet da 67.000 fiches di Lellouche 6-bettò all-in in bluff, con il suo avversario che dopo averci pensato qualche secondo chiamò con due re, scoprendosi certo sollevato allo showdown: il board portò con sé una donna ma nient'altro, e così quello che per Mercier avrebbe potuto essere un bel torneo si trasformò in un incubo.
La mano naturalmente non ò inosservata, facendo molto discutere. Va detto che Lellouche è un giocatore notoriamente aggressivo, che si era già reso protagonista (anche in quel torneo) di scontri preflop molto violenti, ed anche in situazioni dove altre giocatori non folderebbero (e quindi blufferebbero) mai.
Durante il day 1, ad esempio, da bottone aveva aperto e poi 4-bet foldato a 15.000 fiches su un all-in totale di 35.000 fiches, ovvero quando le sue pot odds erano decisamente buone per chiamare: tutti elementi di cui Mercier era a conoscenza, ma c'erano anche altre ragioni che spinsero Jason a correre quel grosso rischio.
"Avevo avuto l'impressione che la sua 3-bet fosse debole, ed anche che lui avesse percepito la mia 4-bet come poco credibile - scrisse poi a breve distanza da quell'episodio - il problema è che anche se qualcuno è capace di 5-bettare in bluff la maggior parte delle volte in cui lo fa avrà in mano due re o due assi".
Mercier fu insomma autocritico nei confronti della sua scelta, che spiegò di aver preso "a caldo", visto che la sua intenzione iniziale era quella di 4-bet/foldare.
"Il mio tavolo era piuttosto duro, ma il field era molto facile e c'era poco più di un livello da giocare - ammetteva - non era un buono spot per 6-bettare in bluff, qualsiasi altra decisione sarebbe stata migliore. Non avevo alcun bisogno di fare una giocata a così alta varianza, non è quello che mi serve per andare deep ed eventualmente vincere un torneo in cui sento di avere molta edge".