Salvatore Bonavena, il personaggio che una buona parte di noi deve ringraziare per aver dato una spinta particolare al Texas Hold'Em in Italia, vincendo l'European Poker Tour di Praga del 2008.
Una eggiata di salute che ci aiuterà a scoprire il Salvatore Bonavena di oggi, quello di eri e quello di domani
Ciao Salvo, e grazie per il tempo che ci dedichi.
Intanto come va la tua vita attualmente? Hai continuato a coltivare la tua attività di imprenditore? Stai riuscendo a trovare il tempo per giocare?
“Mi ha fatto piacere che mi abbia contattato e sono contento di rispondere alle tue domande, lo faccio molto volentieri.
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Le cose non vanno purtroppo benissimo, come non vanno bene per tutti immagino, è una situazione che mi stressa tantissimo, anche se rispetto ad altri mi sto salvando grazie ad un’attività che ho aperto con mia moglie, un bar tabacchi qui nel mio paese.
In questo Articolo:
Pandemia e noia 225qu
Alcune volte ti assale la noia, perchè non ti puoi spostare, non puoi far nulla, ma siamo positivi e speriamo in tempi migliori, anche se per il 2021 non prevedo grossi cambiamenti.
Appena ce ne daranno la possibilità mi piacerebbe tornare a Milano a fare quello che facevo prima e che mi piaceva tantissimo”.
Sostanzialmente in questo periodo di pandemia si può giocare quasi esclusivamente online, se non in alcune circoscritte parti del mondo e non certo in Italia. Tu non hai mai nascosto il tuo amore per il poker live rispetto a quello online. È ancora così o le cose sono cambiate?
“È praticamente ato un anno da quando sono fermo e non sto giocando per niente, tanto è vero che ho fatto solo un torneo su a San Marino ed è come se mi fossi dimenticato del poker.
La mia preferenza per il poker live non si scopre oggi, seppure online non andavo poi così tanto male, tutt’altro.
Il problema è che non ho la voglia e nemmeno l’attitudine per migliorare e giocare con continuità e quindi non mi ricordo nemmeno più la per entrare su PokerStars!”
Nell’immaginario collettivo hai appiccata addosso l’etichetta di Mister EPT. Cosa ti rimane di quella vittoria di Praga soprattutto a livello di ricordi, adesso che sono ati più di 12 anni?
“È vero, ancora oggi la gente mi riconosce per strada e mi chiama con quel nomignolo ed è una cosa che continua a farmi tanto piacere.”
Il call di Bonavena su Cheng f6u6n
Tra gli altri colpi di quella fantastica cavalcata, ricordo quando pizzicasti in bluff uno dei giocatori all’epoca più vincenti, Andrew Chen, per poi trovare un super Kappa contro gli assi in uno dei cooler che più cooler non si può. Che differenza c’è in termini di soddisfazione tra un colpo fortunato e uno in cui leggi il tuo avversario?
“Ricordo tutto di quel torneo, dalla prima all’ultima mano dell’EPT di Praga, anche se qualche colpo, come quelli che hai ricordato tu, sono più vivi di altri nella mia memoria.
Devo essere sincero, a rivederlo oggi il colpo contro Chen, probabilmente non avrei chiamato.
Ma le situazioni erano diverse rispetto allo stile che ho affinato negli anni successivi.
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Di certo quella mano mi ha dato la certezza di vincere l’EPT, perché onestamente con gli altri potevo giocarmela con tutti e sapevo di poter arrivare fino ad alzare il trofeo.
Non mi spaventava nemmeno Di Cicco, ma non voglio che vengano travisate le mie parole, senza offesa, ormai è acqua ata, ma in quel momento non temevo davvero nessuno, per come stavo giocando.
Differenze tra colpi e colpi 2c17t
Per quanto riguarda la differenza tra colpi fortunati e colpi in cui dimostri la tua capacità di stare al tavolo, la differenza è grandissima.
Quando trovi un Kappa contro gli assi che sposta tutti quei soldi, ovviamente ti fa piacere, ma non è la stessa soddisfazione che hai quando scopri un campione di quel tipo in bluff.
In quel momento esultai come se avessi segnato un gol, perché dietro quei colpi ci sono dei ragionamenti, c’è l’intuito, c’è qualcosa che ti dice che sei sulla strada giusta, così come altre volte hai invece scoperto di essere su quella sbagliata e se in quei frangenti stai facendo un errore, la gente che guarda, e a quell’epoca ce n’era tantissima, può dire “ma come ha fatto a chiamare? Che stupidaggine ha fatto?”.
È un po’ come quando tiri un calcio di rigore. Se lo segni hai fatto semplicemente il tuo dovere, se lo sbagli ti mettono subito nell’occhio del ciclone.
Ma, e chi ha giocato lo sa bene, ci vogliono le palle per tirare i calci di rigore.”
Il Final Table di Praga 1o3mp
Esatto, a proposito… A quel tavolo finale parteciparono anche Di Cicco, che chiuse secondo e Cirianni, quinto.
Adesso, a distanza di anni, lo puoi dire: quanto c’è di vero nel fatto che ci fu un po’ di tensione tra voi in quel Final Table?
“Certamente sì, lo hanno notato tutti che ci fu qualche piccola discussione in virtù della quale lui mi rimproverò il fatto di aver chiamato con la famosa coppia di 4.
Ancora adesso ritengo che non ci fossero i margini per andare così in profondità con quella diatriba, era come litigare sul nulla.
Con Cirianni invece ci fu un’altra discussione nata dal fatto che, probabilmente, anche facendosi scudo della nostra amicizia, provò a rubarmi un colpo con “J-8”.
Gli andò bene e io da chipleader scesi quarto o quinto in chips nonostante avessi la mano migliore, A-Q.
Alla fine le cose andarono per il verso giusto e non ci voglio nemmeno più pensare, ormai è acqua ata.”
L'umiltà 316w2a
Nella tua carriera non ti sei mai montato la testa e hai sempre evitato di fare il o più lungo della gamba. Che importanza ha l’umiltà nel riuscire in questo mondo così competitivo, adesso che la tecnica è cresciuta a dismisura?
“Non l’ho fatto semplicemente perchè conosco il gioco e non solo il Texas Hold’Em e il poker in generale, è una vita che gioco e la verità è che, per quanto tu possa essere bravo o meno, ci sono dei momenti buoni e momenti meno felici.
Sapevo che prima o poi sarebbero arrivati dei momenti negativi e quindi non mi sono mai montato la testa. Ho conosciuto tantissimi giocatori che seppur bravissimi, non hanno mai vinto niente.
Quella sottilissima differenza che ti porta dalle eventuali stelle alle stalle sta tutta, ad esempio, in un colpo vinto o perso a 15 left.
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Se lo perdi porti a casa 2.000 € e se lo vinci, hai la possibilità di proseguire e magari vincere il torneo.
La vita è come il gioco. Nell’arco degli anni puoi vincere tantissimi tornei, poi ti capitano degli eventi sfortunati che ti fanno tornare subito coi piedi per terra. Per questo non bisogna mai montarsi la testa, in nessun campo della vita.
Ho sempre pensato che l’umiltà sia uno degli ingredienti principali per andare avanti nella vita.
La verità è che è proprio l’umiltà che mi ha permesso di essere uno dei giocatori italiani che ha partecipato ad un numero così alto di tornei live di poker.
Forse Musta, Dario e qualche altro hanno giocato più tornei di me negli ultimi 12 anni, ma perché loro sono dei super dotati.”
Salvatore Bonavena e il suo futuro 5s561c
Come vedi Salvatore Bonavena da grande? Sei sempre stato un uomo piuttosto impegnato e con vari interessi. La pensione può attendere, o il guerriero ha bisogno di riposo?
“Credo di essermi tolto parecchie soddisfazioni durante questa mia carriera pokeristica e spero di continuare a togliermele se ci daranno la possibilità di riprendere.
Per cui vedo la pensione come un traguardo ancora molto lontano, anche se non giocherò più tantissimi torneo come qualche anno fa, ovviamente.
Farò delle scelte più oculate rispetto ai tornei a cui partecipare, anche perchè ormai i miei figli sono grandi, sono fuori di casa e non voglio lasciare troppo tempo mia moglie da sola.
Il gioco è comunque la mia ione e non penso che smetterò a breve, farò meno viaggi, questo sì, ma i tornei che giocherò durante quei viaggi saranno ancora parecchi.
Là fuori ci sono tanti ragazzini davvero bravi che meritano il posto che occupano anche e soprattutto in virtù del fatto che studiano e si applicano tantissimo, ma non per questo mi do per vinto e sono abbastanza certo di riuscire a portare a casa ancora qualche torneo. “
“Andrè mi ha fatto tanto piacere sentirti, speriamo di rivederci presto magari vicino a un tavolo da poker a parlare della nostra Inter!”
Grazie Salvo, è stato un piacere grande anche per me, abbiamo respirato grazie a te, una parte di poker che non tutti conoscono e, onestamente, quella vittoria ha dato un po’ lo slancio per tutto il movimento del poker in Italia e di questo, tutti noi dovremmo essertene grati.
In bocca al lupo per tutto