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Dan Weston, scommettitore professionista: "C'è poco intuito nel betting, è tutta una questione di numeri" 171b3m

Una delle postazioni degli analisti di DraftKings

Potremmo suddividere il mondo dei giocatori di poker in due categorie: quelli che basano le proprie scelte sui numeri, le statistiche e un approccio fortemente analitico, e quelli che invece prendono decisioni seguendo il proprio istinto. La distinzione è netta, ma non si può dire con certezza che appartenere a una categoria garantisca maggiori vincite rispetto all'altra. Se ci limitiamo al mondo del professionismo, troviamo geni della matematica come Isaac Haxton e player "di braccio" come Phil Ivey, entrambi in profitto per milioni di dollari.

In fondo è proprio questo fattore a rendere il poker un gioco così popolare: un giocatore come Qui Nguyen può presentarsi al final table del Main Event WSOP e dominare in lungo e in largo senza alcuna preparazione matematica. Tuttavia, nelle scommesse non funziona in questo modo: anche se spesso ci può capitare di avere intuizioni geniali, l'unico modo per diventare professionisti in questo campo è basare le proprie puntate sui dati.

A dirlo è uno degli scommettitori più vincenti al mondo, Dan Weston. Di lui avevamo già parlato in ato, ma è in una recente intervista a Pinnaclesports.com che ha spiegato cosa significa essere un punter professionista.

COME RAGIONA UNO SCOMMETTITORE PROFESSIONISTA 4w3x3t

"La mia giornata tipo? Tutto dipende dal fuso orario dei tornei", specifica il britannico, che gioca esclusivamente sul tennis. "Per esempio, al momento siamo nel periodo dell'anno in cui i tornei sono in Asia, quindi nel Regno Unito le prime partite della giornata iniziano tra le 3:00 e le 6:00 di mattina.  Visto l'orario d'inizio, il giorno prima preparo un foglio di calcolo per ogni partita e poi lo invio anche alle persone che si sono abbonate ai miei servizi".

Già, perché Dan è anche un ricercatissimo tipster: oltre a guadagnare scommettendo in prima persona, vende i suoi pronostici a un gruppo di persone disposte a pagare il prezzo giusto. D'altronde, parliamo di un giocatore con ROI incredibilmente alto e soprattutto con vincite costanti nel tempo. Il suo segreto? Sicuramente non è l'intuito.

"Credo di usare il mio intuito solo in minima parte. È raro che io non segua le indicazioni del software che ho sviluppato... Quando succede è quasi sempre per evitare un punto di partenza piuttosto che per crearne uno diverso".

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Questo perché Dan Weston si guadagna da vivere facendo il trader delle scommesse. Entrare in un mercato al momento giusto è fondamentale, pertanto a volte deve andare oltre ai software e alle statistiche e pensare in maniera differente in base a differenti criteri. 

"La principale area in cui utilizzo il mio intuito è la compilazione dei dati nel foglio di calcolo quotidiano", spiega. "Un esempio di questo approccio potrebbe essere la scelta di utilizzare un campione diverso per un certo giocatore rispetto ai dati che utilizzo di solito. Potrebbero esserci vari motivi, ad esempio potrei pensare che questi dati non rappresentino la reale competitivtà del giocatore o le sue possibilità di vittoria in quella specifica partita".

Ma allora, se l'intuito ha un ruolo così limitato, qual è il giusto approccio per un semplice apionato che aspira a diventare professionista? Dan Weston ha tre consigli.

"Ho avuto modo di parlare con molti altri scommettitori e trader e devo dire che molte persone hanno dei grossi problemi per quanto riguarda la disciplina e la gestione delle finanze", spiega il punter inglese. "Io la vedo così: puoi essere il miglior scommettitore/trader del mondo, ma non riuscirai a creare profitti in maniera continua se non riesci a ridurre al minimo le distrazioni e concentrarti su ciò che fai".

I dati sono tutto per un professionista delle scommesse (photo courtesy Pinnacle Sports)
I dati sono tutto per un professionista delle scommesse (photo courtesy Pinnacle Sports)

Per quanto riguarda la gestione finanziaria, il suo discorso parte dal poker, perché fino al Black Friday (nel 2011) giocava professionalmente su Full Tilt Poker: "Penso che il poker mi abbia dato le basi giuste per quanto riguarda la gestione del bankroll. Nel poker, generalmente, è necessario avere almeno 40-50 buy-in per livello. Adotto un approccio simile nel trading sportivo ma il mio algoritmo calcola la puntata automaticamente mentre sto scambiando quote con una cifra massima di perdita preimpostata. Il mio consiglio è di assicurarsi di separare le finanze dedicate al gioco da quelle necessarie per la vita quotidiana. Giocare con i soldi del mutuo è decisamente una pessima idea!".

Dal suo punto di vista è poi fondamentale operare solo in quei mercati dove è realmente possibile monetizzare. "In ato mi è successo spesso di trovare una circostanza potenzialmente favorevole in un mercato piccolo", ricorda. "Poi però si rivela tutto inutile perché sarebbe stato impossibile effettuare una puntata decente o perché c'era una liquidità insufficiente. In questi casi ho sprecato il mio tempo e quindi il mio consiglio è quello di evitare che possano accadere situazioni simili".

L'ultimo consiglio dello scommettitore professionista riguarda l'impostazione mentale da tenere se si vuole provare a sfondare nel betting: "Da un punto di vista più ampio, consiglio di assicurarsi di avere sempre delle ragioni valide per inserirsi o uscire da un mercato e non scambiare quote seguendo la propria fantasia o le sensazioni. Generalmente penso che i trader che si affidano alle proprie sensazioni abbiano la tendenza a sopravalutare le proprie capacità".

Gianluca Gotto

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