William Hill potrebbe are presto di mano e diventare di proprietà americana: lo storico book britannico ha ricevuto un'offerta pubblica di acquisto per 2,9 miliardi di sterline dalla multinazionale di Las Vegas Caesars Entertainment che possiede una delle catene di casinò più importanti degli Stati Uniti, compreso la sala da gioco più iconica della Strip, il Caesars Palace, oltre all' Harrah's e il Rio (dove si disputano le World Series of Poker).
L'offerta è sostenuta anche dal fondo di private equity Apollo Management International.
Con la legalizzazione del betting a stelle e strisce (ogni stato è libero di decidere singolarmente se ammettere o meno le scommesse sportive), gli USA sono diventati potenzialmente il mercato più attrattivo. Tra tutti i bookmakers europei, William Hill è quello che è riuscito a posizionarsi meglio negli States, con la gestione diretta del banco per lo sport book in diversi casinò del Nevada ed altri ippodromi spari in Nord America. Un processo iniziato nel 2012 in Nevada.
Inoltre William Hill, pur essendo una delle più importanti società di scommesse britanniche (è presente con una concessione anche in Italia), è tra le poche (insieme a Bet365) a non aver fatto - in questi anni - fusioni, al contrario dei suoi rivali diretti.
Non dispone quindi di una leva finanziaria come Flutter (Betfair-Paddypower-Pokerstars-Skybet) o GVC (Ladbrokes, Coral Eurobet, Bwin, Gala Group, Partypoker). Il rischio nel lungo periodo è quella di soffrire una concorrenza che dispone di maggiore liquidità e non solo nei mercati del betting e dei casinò online.
Quattro anni fa era in procinto di fondersi con The Stars Group: il consiglio di amministrazione di Hill era d'accordo, ma la proprietà si rifiutò di aderire all'operazione.
Anche in questo caso, l'offerta di Caesars è stata valutata positivamente dal board, ma la recente esperienza ci insegna che l'ultima parola (quella decisiva) spetterà a Parvus Asset Management (azionista di maggioranza relativa con il 14,3% delle quote).
Caesars è stata acquisita da un anno dal gruppo del Nevada Eldorado (hanno sede a Reno) e sono presenti in 10 stati. Un'operazione da 17,3 miliardi di dollari: l'acquisizione di William Hill è circa 1/6, non a caso Eldorado-Caesars hanno offerto gran parte dei 2,9 miliardi di sterline in cash.
Se gli azionisti di William Hill accetteranno la proposta e l' antitrust dovesse dare il via libera, l'acquisizione dovrebbe completarsi verso la seconda metà del prossimo anno (2021).
Caesars vuole diversificare per via della pandemia e in una nota commenta la notizia: "l'opportunità di combinare il nostro business dei casinò tradizionali con scommesse sportive e giochi online negli Stati Uniti sarebbe una prospettiva davvero entusiasmante".
William Hill ha preferito non commentare: le azioni della società britannica però lunedì mattina sono crollate del 12,9% dopo che venerdì erano salite addirittura del 40%, a seguito dell'annuncio del "book della Regina" di aver ricevuto l'offerta combinata da Caesars e da Apollo Management International (che sta trattando nel Regno Unito anche l'acquisto della catena di supermercati inglese Asda del gruppo madre statunitense Walmart).
Inutile dire che con il Covid19, William Hill ha sofferto la sospensione dei campionati e delle corse ippiche, inoltre nel 2019 le restrizioni del Governo per i terminali a quota fissa (sono una sorta di slot machine con giochi da casinò) nei betting shops ha rappresentato una mazzata finanziaria non indifferente (era la prima fonte di guadagno dei bookies). Caesars potrebbe approfittarne e diversificare in modo deciso sull'online.
Ricordiamo che la divisione del gioco online della società era stato scorporato (una sorta di spin off) nell'operazione che ha salvato Caesars dalla bancarotta. Caesars Interactive (proprietaria del brand WSOP e di WSOP.com) è una società diversa. Con l'acquisto di William Hill, Caesars Entertainment tornerebbe ad investire nel gioco da remoto.
La reazione della stampa britannica all'operazione - puoi leggere qui.