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Senza la fortuna i giocatori meno forti non esisterebbero (Parte II) 2r19n

La seconda parte dell’articolo sulla nostra capacità di dare meriti e demeriti alla varianza riparte da un concetto predeterminato: senza la fortuna, mancherebbe la base per una netta distinzione tra vincenti e perdenti.

Quando si parla di sfortuna applicata al poker, non si può non pensare al buon Matt

La neutralità della varianza, cosa succederebbe senza la fortuna 4n6736

Come abbiamo scritto nella prima parte di questo pezzo, se dovessimo dare la definizione di tale concetto, tireremmo in ballo il mondo della matematica e della statistica, intendendolo come una misura della frequenza attraverso la quale otteniamo il risultato che ci aspettiamo di ottenere.

Con questo enunciato avevamo posto le basi al primo dei due articoli coi quali ci siamo prefissi lo scopo di imparare a convivere con la varianza. 

In termini di risultati, quindi, la varianza dovrebbe essere neutra, ma, se ci pensate bene, gli effetti sulla salute dell’ecosistema “poker”, essa è tutt’altro che negativa, anzi. 

Senza la possibilità di essere fortunati, i giocatori meno abili non avrebbero alcun motivo per sedersi al tavolo, non potrebbero mai vincere e se tutti sperimentassero la varianza allo stesso modo, da dove proverrebbe il profitto a lungo termine se non dai giocatori che sperano nella fortuna?

I profitti teorici 5l1m4k

L’abilità di un giocatore di poker capace, con skill sopra la media, o comunque che fa parte di quella percentuale di giocatori vincenti, sta nell’essere consapevoli che quella stessa capacità farà guadagnare del profitto addirittura prima che esso si manifesti. 

Una volta assimilato quel concetto, saremo molto più tranquilli nel giudicare e nell’accettare la redistribuzione di tali profitti che dipende esattamente dalla varianza, sempre e comunque se riusciremo a dare continuità alle nostre scelte effettuate nel modo corretto. 

Nel momento in cui non ci sono più decisioni da prendere, tutto ciò che rimane è il vecchio e caro lungo termine che, dopo un congruo numero di mani giocate, ci darà la risposta definitiva che ciò che stiamo facendo è corretto o meno.

L’esempio, riportato nel precedente articolo, facente riferimento alle volte che andiamo All In con una media del 50% di equity, è sintomatico. 

Non c’è nulla che si possa fare una volta dichiarata l’intenzione di andare All In ed essere chiamati. Il risultato non lo decidiamo più noi.

La cosa non cambia se fossimo sicuri di metterle in mezzo con un 70% di equity. 

Saremmo semplicemente sicuri che, 7 volte su 10 porteremo a casa il piatto, ma ahynoi, il 30% di quelle volte, vinceranno gli altri e questo capiterà anche in 10 situazioni di seguito, e non importa, stiamo solo sperimentando un periodo, breve, di varianza negativa, è tutto quello che ci sta capitando e, per quanto arrabbiare ci faccia, quel periodo ha i crismi della normalità. 

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Tre volte su 7 pescheremo una pallina rossa in un sacchetto dove su 10 palline ben sette saranno blu, ma se ripetessimo l’estrazione per un milione di volte, state sicuri che le percentuali cambieranno e non di poco e torneranno a somigliare a quelle per cui abbiamo studiato una base di statistica.

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Cosa rende bello il gioco 706k2f

Ciò che rende questo gioco così bello, è essenzialmente il fatto che questo elemento di fortuna si può mitigare con la nostra capacità di trovare dei punti favorevoli.

L’unico modo in cui sia possibile vincere sempre, è quello di mettere le nostre chips nel mezzo quando siamo nuts, quando abbiamo una equity pari al 100%, ma è anche lo scenario più improbabile, o quanto meno rarissimo, al quale si possa pensare nel medio lungo termine. 

Ma è anche vero che, invece di affidarci sostanzialmente al caso mettendole tutte con la nostra coppia di donne pre flop, è possibile avvicinarci a quel 100%, studiando le situazioni, foldando quando possiamo farlo e ottenere maggiore profitto al river, quando le metteremo sapendo, grazie alle nostre skill, di avere la mano migliore. 

Qui trovate la prima parte dell'articolo

 

Andrea Borea

Andrea Borea 1gz5w

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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